sabato 28 gennaio 2017

GRUPPO SANGUIGNO: LA NOSTRA ETICHETTA



GRUPPO SANGUIGNO: LA NOSTRA ETICHETTA
Legame tra gruppo sanguigno – alimentazione-  malattie

Vorrei partire da questa osservazione: siamo ciò che mangiamo?
Io credo di si. Credo che la nostra alimentazione concorri a formare l’individuo insieme ad altri fattori e riveli molto di ciò che siamo.
Conoscevo la teoria dei “gruppi sanguigni” ma non mi ero mai addentrata in questo ambito e non avevo approfondito molto. Poi un giorno mi capita di avere tra le mani il libro “La dieta del dottor Mozzi” e di parlare con persone che hanno conosciuto le sue teorie e seguito i suoi consigli.
Più che di dieta, secondo me,  sarebbe più corretto parlare di consigli alimentari per aiutarci a stare meglio e nutrirci in maniera consapevole partendo dalla conoscenza del nostro gruppo sanguigno.
Siamo agli inizi del ‘900 quando un ricercatore austriaco di nome Karl Landsteiner  conduce degli studi sui gruppi sanguigni che lo portarono a ricevere anche il premio Nobel nel 1930. Altri ricercatori proseguirono i suoi studi negli anni successivi, come i due italiani Alfredo De Castello e Adriano Sturli, fino ad arrivare ad individuare un legame tra gruppi sanguigni – alimentazione – malattie.
Il gruppo sanguigno quindi, non serve solamente in caso di una trasfusione di sangue ma è un elemento che ci contraddistingue, l’”etichetta” del nostro sistema immunitario.
Non è certamente l’unica variabile, dobbiamo tener conto di altri fattori importanti come il DNA e il sistema immunitario.
Sembra addirittura esserci un legame tra gruppo sanguigno e personalità quindi la possibilità che il nostro comportamento sia determinato anche dal nostro gruppo sanguigno di appartenenza ma in questo non ci sono ancora dati certi. Sarebbe un tema molto interessante da sviluppare e approfondire.
L’argomento è molto complesso perché non è sempre nero o bianco, bisogna comunque tener conto delle variabili e considerare l’elemento individuale perchè ogni fisico è diverso da altri anche se appartenenti allo stesso gruppo sanguigno.
Bisogna quindi imparare ad ascoltare il nostro fisico e i segnali che il corpo ci manda perché anche se un alimento può essere benefico non è detto che mangiandolo a tutte le ore o in grosse quantità faccia stare bene.

L’augurio che vi faccio è che vi possa scattare la voglia di vivere meglio e, come è successo a me, di saperne di più.





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